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18
Feb
Una nuova gestione degli alberi di Firenze

By: Redazione

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In questi giorni si parla molto di abbattimenti di alberi. La sovrintendenza ha criticato la scelta di spostare i filari di tigli nel viale Matteotti per permettere il passaggio della tramvia, il Sindaco Falchi è stato bersagliato di critiche per l’abbattimento di decine di alberi nel comune di Sesto Fiorentino. Al di là dei singoli casi è importante un cambio di rotta nella gestione del verde pubblico delle nostre città, e nella cura degli alberi in particolare.

Nello squilibrio ambientale della città contemporanea (dovuto sia al calore, che alle polveri e agli inquinanti prodotti dalle attività cittadine, sia alla conformazione del tessuto della città) il verde urbano contribuisce alla qualità abitativa della città stessa. Il verde pubblico a Firenze è fatto di parchi, giardini e alberature stradali, con oltre 75mila alberi ad alto fusto presenti in città.

Questo enorme patrimonio è fonte di importanti servizi ecosistemici: mitigazione climatica, generazione di habitat e dunque conservazione di biodiversità, assorbimento di CO2, azione antisettica, attenuazione dei rumori, difesa del suolo. Negli ultimi anni il moltiplicarsi di eventi estremi, con venti superiori talvolta ai 100 km/h e la caduta di piante, ha suscitato in molti cittadini e talvolta anche amministratori uno sguardo sospettoso verso l’albero, sguardo favorito anche da un approccio allarmistico di parte della stampa. Di fronte a questo, sebbene sia pacifico che le alberature stradali possano essere soggette a stress maggiori rispetto a quelle presenti negli habitat naturali e possano talvolta aver bisogno di essere sostituite, ritengo che molti degli interventi degli ultimi anni siano stati dettati da un eccesso di preoccupazione e di allarmismo, con abbattimenti talvolta di decine di piante che non sempre erano classificate come pericolose.

Non sono tra quelli che ritiene che i comitati siano sempre dalla parte giusta: quando in Viale Morgagni qualcuno, intorno al 2009, saliva sugli alberi per impedire i lavori propedeutici per la tramvia, presi posizione contraria, come polemizzai con i 5 stelle che nel 2014 volevano impedire i lavori della linea 2 allo Statuto per evitare la sostituzione dei lecci.
Talvolta abbattimenti e sostituzioni possono essere necessari, ma la mancanza di percorsi partecipati e di comunicazione e la mancata trasparenza sono assolutamente da superare.

Una capitozzatura che sembra quasi un abbattimento non completato, Firenze 2019
La capitozzatura e schiomatura di una sughera centenaria all’Isolotto nel 2018, un danno grave per il patrimonio arboreo cittadino

Altre problematiche che concorrono a una gestione inadeguata del verde pubblico sono il continuo ricorso all’appalto esterno, spesso unito a una mancanza di professionalità sulla gestione dell’alto fusto, nonchè la mancanza di controlli adeguati: l’ufficio di Polizia Ambientale preposto, per carenza di risorse o altro, non è in questo momento in grado di svolgere questo compito, data anche l’impossibilità di contattarlo.

Tra gli obiettivi che deve porsi una amministrazione più “verde” c’è dunque anche questo: l’ordinario non si dovrebbe appaltare. In caso di eventi straordinari ed imprevisti può essere necessario ricorrere ad appalti esterni, ma per operare quella manutenzione che il verde pubblico necessita, il pubblico deve avere le proprie risorse, adeguatamente formate.

Serve poi una sinergia tra il verde pubblico comunale e quello di altre istituzioni, ad esempio la sovrintendenza, che ha la competenza su parchi famosi in tutto il mondo come quello di Boboli e quelli delle ville medicee.

Interventi di questo tipo sono difficilmente rimediabili.

Come Verdi proponiamo:

1) un Open Database sull’alto fusto, una sorta di anagrafe degli alberi per consentire, tanto al comune cittadino come all’addetto ai lavori, di conoscere, per ogni singola pianta del patrimonio pubblico fiorentino, dati georeferenziati riguardanti età, eventuale valutazione di stabilità e classe di rischio, interventi fatti, data di intervento.

2) Protocolli di gestione più avanzati, sia per le potature (è ora di dare uno stop alle capitozzature, che compromettono nel tempo la salute della pianta), che per le sostituzioni, quando necessarie.

3) Privilegiare sostituzioni progressive, così da non lasciare per 5 o 6 anni una piazza o un viale al sole (d’estate ci rendiamo conto quanto importante sia contrastare l’effetto “isola di calore” legata agli altri elementi urbani).

4) Un tavolo permanente del verde fiorentino e un coordinamento tra i vari attori, comune, sovrintendenza, regione, ASL, che eviterà in futuro di avere importanti parchi chiusi al pubblico per mesi o anni, come accaduto con Villa al Ventaglio.

Una gestione del verde pubblico più trasparente, più integrata, più partecipata, più professionale, è quanto necessita urgentemente la nostra città di Firenze.

Andrés Lasso, Candidato Sindaco

14
Feb
Partecipare: la ricostruzione della comunità dei fiorentini

By: Redazione

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Vi ricordate i “100 luoghi” lanciati dall’amministrazione Renzi? Che fine hanno fatto? Le ultime amministrazioni hanno cercato di coinvolgere direttamente i cittadini nei processi di decisione pubblica. Tuttavia “partecipazione” non ha significato cessione di potere decisionale alle comunità locali. Piuttosto il Comune si è limitato a favorire momenti di ascolto per raccogliere punti di vista dei cittadini ma senza che fosse chiaro cosa l’Amministrazione avrebbe fatto di questi spunti.  Per i Verdi partecipazione significa fare tesoro del potenziale di idee e delle capacità di realizzazione presenti nelle comunità che vivono nei luoghi della città.  Ascoltare è certamente un passo importante, a patto che poi l’Amministrazione sia disponibile a condividere una parte del proprio potere decisionale. Ciò può essere fatto mettendo spazi e risorse a disposizione dei cittadini che hanno idee ed energie. In questo modo la città si arricchisce e si trasforma diventando più inclusiva.

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12
Feb
Bicipolitana e “zone 30”: le priorità per rendere Firenze a misura di bici

By: Redazione

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Nel nostro programma elettorale proporremo una rivoluzione della mobilità cittadina. Questa rivoluzione è il risultato congiunto di una serie di interventi connesi su infrastrutture, servizi di trasporto pubblico e mobilità. Due interventi importanti riguardano direttamente la ciclabilità della nostra città: accellerazione della realizzazione della “Bicipolitana” e introduzione di vere “zone 30”.

Entro agosto 2019 la Città metropolitana di Firenze dovrà dotarsi di un Piano Urbano della Mobilità Sostenibile (PUMS). Il PUMS descriverà la mobilità della città nel 2029. Al suo interno la ciclabilità avrà un ruolo molto importante, pari se non superiore a quello del trasporto privato motorizzato. Per questo lo spazio urbano dovrà essere progressivamente sottratto al traffico automobilistico per essere restituito ai cittadini che si muovono senza automobile: ciclisti ma anche pedoni, con particolare attenzione a persone con disabilità, bambini, anziani. Si tratta di un principio già applicato nella costruzione della tramvia, che ha sottratto spazio alle auto per offrire alla collettività un servizio pubblico di trasporto efficiente e sicuro. La trasformazione in questa direzione del sistema di mobilità urbana è una priorità e un’urgenza. Per raggiungere questo obiettivo è necessario:

  • completare entro 5 anni una vera rete ciclabile cittadina (Bicipolitana) di alta qualità, già prevista dalla normativa nazionale, che garantisca spostamenti sicuri e rapidi tra tutti i principali punti di aggregazione e interesse (scuole, ospedali, stazioni ferroviarie, stazioni capolinea della tramvia, parcheggi scambiatori ecc.)
  • introdurre vere “zone 30” in tutta la città. Le zone 30 prevedono la riduzione della velocità massima dei veicoli a 30 chilometri orari e una nuova concezione dello spazio urbano che garantisca la convivenza e la sicurezza di tutti gli utenti della strada: pedoni, ciclisti, automobilisti.

In entrambi i casi i Verdi coinvolgeranno tutta la popolazione in un percorso di ascolto, confronto e riflessione guidato dai Quartieri.

Da dove partiamo: la Bicipolitana

L’attuale amministrazione comunale ha in effetti fatto proprio un progetto di implementazione della rete esistente presentato da FIAB, Firenze ciclabile Onlus (Federazione Italiana Amici della Bicicletta) di Firenze. Tuttavia sulla sua attuazione vi sono delle questioni tuttora irrisolte.

Il progetto mira alla costruzione di una Bicipolitana, ossia un insieme di direttrici che permettano al ciclista di muoversi rapidamente da una parte all’altra della città.

Fonte: Fiab Firenze Ciclabile Onlus
Rete esistente e progettata. Fonte: Comune di Firenze.

Alcuni interventi sono già iniziati o conclusi, altri sono previsti per i prossimi anni. Le fonti di finanziamento sono i fondi provenienti dal PON Metro 2014-20 e dal Patto per la Città metropolitana di Firenze.

PON Metro sta per Programma Operativo Nazionale per le Città metropolitane. Si tratta di fondi strutturali europei afferenti alla programmazione 2014-20 e vincolati ad interventi per lo sviluppo dell’Agenda urbana europea, nell’ambito degli obiettivi di Europa 2020 (crescita sostenibile, intelligente, inclusiva).

Il Patto per Firenze è un accordo tra Governo e Città metropolitana per “lo sviluppo economico, la coesione sociale e territoriale” dell’area metropolitana. E’ stato sottoscritto nel 2016 e prevede finanziamenti per i primi due anni di interventi. Trattandosi di Città metropolitana, gli interventi riguardano anche il territorio esterno al comune di Firenze.

Purtroppo, il ritmo di realizzazione della Bicipolitana è stato inadeguato e la qualità delle piste realizzate insufficiente. Questo fa sì che, come riportato da Legambiente, se da una parte crescono le statistiche che misurano la ciclabilità in termini di km di piste presenti in città, dall’altra non aumenta il numero di fiorentini che si muove in bicicletta.

L’impegno dei Verdi è anzitutto che la Bicipolitana venga interamente realizzata entro il 2024 secondo criteri di alta efficienze e qualità. Questo implica la necessità di prevedere incrementi di spesa, eventualmente anche attraverso maggiori risorse comunali.

Da dove partiamo: le zone 30

Al momento l’Amministrazione non ha manifestato alcun interesse per la creazione di zone 30 in città. I Verdi intendono invece valorizzare le proposte di FIAB Firenze ciclabile Onlus per la sperimentazione diffusa di zone 30, a partire dal centro storico e anche da zone periferiche come Gavinana. Entro il 2024 il centro storico dovrà essere una unica zona 30 ad alta ciclabilità. In periferia le zone 30 saranno invece introdotte nelle aree più colpite dagli effetti del traffico urbano (inquinamento, incidentalità, degrado dello spazio urbano).

Fonte: Fiab Firenze Ciclabile Onlus
La rete di attraversamento ciclabile del centro storico nella proposta FIAB Firenze Ciclabile Onlus

La realizzazione sia della Bicipolitana che delle “zone 30” è dunque centrale per la Firenze al futuro che i Verdi stanno immaginando.


Tuttavia è importante ricordare che le misure a favore della bici sono solo una delle proposte per una rivoluzione del trasporto cittadino. La bici è un mezzo che deve essere maggiormente valorizzato ma al contempo anche integrato in una visione globale e organica della mobilità cittadina. Il nostro impegno è quindi affinché sia Bicipolitana che “zone 30” siano realizzate pensando alla loro funzione congiutamente con gli altri temi rilevanti, sia specifici del trasporto (una crescita dei mezzi pubblici in primis) che più generali (come il modello di sviluppo urbano ed economico della città).

La visione dei Verdi è che i singoli problemi o questioni non vadano trattati in modo diviso e poi giustapposti gli uni agli altri.
Fanno parte di una visione di insieme e un’idea di città che sono denominatore comune su cui costruire la Firenze del futuro.

Per chi fosse interessato a questi temi specifici, maggiori approfondimenti sono disponibili qui.

11
Feb
Mondeggi è un bene comune

By: Redazione

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Devo confessare una cosa: non ero mai stato a Mondeggi. Lo so, una mancanza un po’ grave per chi si interessa di Firenze e del suo territorio. Sabato sono andato in visita, insieme a Caterina, co-portavoce comunale dei Verdi di Firenze e abbiamo trascorso lì alcune ore. Siamo rimasti entrambi impressionati positivamente da quest’esperienza, dalla mole di lavoro fatto, dall’alto valore sociale, paesaggistico, ambientale di quel lavoro: quasi 200 ettari di olivi e non solo che vengono rimessi in produzione, una collina riportata in vita, la costruzione di legami sociali con molte persone del luogo che partecipano alla gestione di quel bene comune.

con Caterina a Mondeggi sabato mattina

Un’esperienza che se fosse all’estero ci parrebbe una di quelle best practice che diventano casi studio, modelli da imitare.

Purtroppo in questo caso, Comune e Città metropolitana non sembrano alla ricerca di un dialogo, nonostante da Mondeggi sia stata inviata una richiesta di regolarizzazione, sul modello di quanto avvenuto a Napoli con l’ex asilo Filangeri. La Città metropolitana ha da poco indetto una nuova asta per quella sua proprietà, dopo che la precedente è andata deserta. È un paradosso che mentre le istituzioni, in particolare la regione, fanno bandi per cercare di dare la terra ai giovani, per favorire la riqualificazione di aree demaniali e non, in questo caso in cui in 5 anni è stato fatto già moltissimo, in cui ci sono giovani e meno giovani con belle idee ed entusiasmo, si cerchi di ignorarlo e si punti sulla strada del mercato. Dal 2014 tra l’altro pende su 17 persone una denuncia, che col decreto Salvini può portare fino a 7 anni di carcere.

Io vorrei chiedere alla Città metropolitana due cose: che si spinga per il ritiro delle denunce e che si avvii un processo di regolarizzazione riconoscendo il valore sociale e persino economico, di quanto fatto in 5 anni su quella collina.

In questi mesi da Palazzo Vecchio ci siamo spesso sentiti ripetere l’intenzione di voler fare scelte coraggiose, discontinuità: ecco, questa può essere l’occasione, un banco di prova: le scelte coraggiose non possono essere soltanto annunciate, ma vanno anche prese. Che si avvii adesso, prima dell’asta prevista a marzo un dialogo concreto per la regolarizzazione della Fattoria di Mondeggi.

Certo, questo non vuol dire che ogni occupazione sia legittima, che ovunque ci sia valore sociale. Ma in questo caso è qualcosa di evidente, di assodato. Se il giorno dell’asta arrivasse un’offerta e questa venisse accettata, si creerebbe una situazione molto conflittuale e senza senso, e si metterebbe a rischio una esperienza interessante e benefica per il territorio. Questo scenario va evitato.


La palla in mano ce l’ha la giunta Nardella, la Città metropolitana. Aspettiamo qualche segnale.


Intanto venerdì prossimo la comunità di Mondeggi ha organizzato una cena di sostegno. Sono già 350 persone segnate, invito chi può a contattarli e ad andarci.

Andrés Lasso, candidato sindaco di Firenze

07
Feb
Il nostro candidato!

By: Redazione

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I Verdi hanno scelto il loro candidato Sindaco: Andrés Lasso, fiorentino-panamense, biologo di formazione e volto nuovo della politica cittadina.

Nell’assemblea comunale dei Verdi, tenutasi ieri sera al SMS di Rifredi, Andrés ha sciolto le riserve e ricevuto il sentito sostegno di tutti i presenti, in quanto candidato ideale per guidare una proposta politica di trasformazione della città in senso progressista ed ecologista.

“Nei prossimi mesi, ci sentiremo chiedere spesso: dove credete di poter arrivare? A quale risultato realisticamente ambite?”, ha detto Andrés Lasso nel suo discorso di presentazione come candidato. “Sappiamo che possiamo essere una sorpresa, perché abbiamo un lavoro solido alle spalle; quanto sarà consistente tale sorpresa lo vedremo!”

La candidatura di Andrés offre al rinato partito dei Verdi di Firenze l’opportunità di presentarsi alle prossime elezioni amministrative di maggio per offrire un progetto nuovo, improntato all’autonomia di pensiero e al pragmatismo. Da oggi quindi inizia la seconda fase di un percorso di confronto con la città, con le associazioni e con gli altri partiti, per la costruzione di un programma comune.

“Al voto improntato sulla paura noi dobbiamo contrapporre un voto improntato sulla speranza. C’è bisogno oggi come il pane di questa speranza. Ne hanno bisogno i cittadini, ne ha bisogno chi si interessa al bene comune, ne abbiamo bisogno noi. È per questa speranza che ci siamo attivati, la speranza di poter portare in un panorama politico desolante qualcosa di migliore […] Noi crediamo che un’altra politica sia possibile: una politica che ai leaderismi contrappone delle comunità dialoganti e pensanti. Che all’arrivismo contrappone l’abnegazione si chi è disposto a rimetterci il proprio tempo e le proprie energie.  Che alle frasi preconfezionate e ideologiche contrappone l’approfondimento serio, che al fare ciò che si reputa conveniente, contrappone il fare innanzitutto ciò che si reputa giusto, in cui si dedicano le energie a fare proposte, anziché a denigrare l’avversario.”

I Verdi continueranno a proporre ai cittadini il loro metodo e le loro idee di trasformazione per Firenze, seguendo il percorso tracciato sin dai mesi scorsi, che li porta ad essere dei “sognatori pragmatici”.

Una breve biografia di Andrés è disponibile qui: https://www.verdifirenze.it/firenze-al-futuro-i-nostri-candidati/

01
Feb
Nel 2022 il Forum Sociale Mondiale a Firenze

By: Redazione

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Firenze non può vivere soltanto delle intuizioni dei grandi del passato ma deve essere in grado oggi di lanciare al mondo intero proposte, intuizioni, riflessioni.

Il pianeta sta vivendo un momento complicato. Un momento in cui questioni economiche, ambientali e sociali si intrecciano come mai prima nella storia. “Non viviamo in un’epoca di cambiamenti, ma viviamo un cambiamento di epoca” ha detto il Papa.

Serve una riflessione globale, serve incoraggiare le migliori menti del nostro tempo a riunirsi, le più interessanti esperienze del nostro tempo a confrontarsi.

Firenze può lanciare questo messaggio, può farlo anche grazie alla sua storia. Nella prossima consiliatura Firenze vivrà il ventennale del Social Forum Europeo del 2002, un evento che ha saputo portare nella nostra città energie positive, dibattito, proposte, partecipazione. Vogliamo sfruttare quell’occasione, nel 2022, per proporre al mondo un nuovo Forum Mondiale a Firenze.

Vogliamo portare a Firenze tutte le più importanti innovazioni e fermenti in ambito sociale, politico, culturale, economico, urbanistico, scientifico. Quello che Porto Alegre è stato alla fine del secolo scorso potrebbe diventarlo Firenze per i prossimi decenni, forte della sua storia e della sua identità.

Essere esempio di innovazione in ogni ambito, deve tornare ad essere la caratteristica principale della nostra città.

Firenze, European Social Forum 2002
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